Odi et amo
di Gianluca Gautieri
Non è facile trovare le parole giuste per descrivere ciò che ha significato Berlusconi per il nostro paese. Sento un coacervo di nozioni ed emozioni contrastanti, frutto di anni di meditazione e ragionamento, nella mia totale incapacità nel fornire un giudizio obiettivo su un uomo che, nel bene e nel male, è stato protagonista della storia di un paese.
Berlusconi ha diviso un popolo, e continua a farlo tutt’ora. Perché l’esternazione di un tale carisma, e di tali idee e comportamenti, porta con sé, inevitabilmente, seguaci innamorati come agguerriti nemici. Non c’è via di mezzo, la scelta è tra amore e odio.
Nell’analisi della comunicazione e della politica italiana, non si può non riconoscere all’operato del Cavaliere il ruolo di spartiacque. Un nuovo modo di fare televisione, di raccontare una personalità e di intendere la comunicazione.
È l’inauguratore di una nuova stagione politica, l’attuatore del primo vero partito personale. A seguito della tangentizia crisi istituzionale repubblicana, con lo svuotamento delle istituzioni ed il crollo della Prima Repubblica, Berlusconi ha riempito quello spazio dismesso con una comunicazione non più dedicata al partito ed alle istanze da esso rappresentate, quanto alla centralità della personalità (divisiva) di un uomo che suscitava fascino e coinvolgimento (e odio).
L’era di Forza Italia è segnata da un’incessante dialettica tra berlusconismo ed anti-berlusconismo. Una lotta veemente, ideale, asfissiante. Da un lato l’amore per un uomo e per le idee di cui si faceva portavoce, dall’altro la lotta al potere, all’egemonia comunicativa, agli scandali. L’antiberlusconismo è stato un movimento intellettuale, coinvolgente, spietato, senz’altro di moda. Una lotta che ha creato carriere, appassionato dibattiti e scritto pagine su pagine. L’opposizione a Berlusconi ha anch’essa creato una nuova cifra analitica della politica, che pone le basi di un prossimo giustizialismo, intriso di indignazione e scandalismo, i cui effetti sono percepibili tutt’ora.
Ma l’egemonizzazione del dibattito di queste due fazioni di pensiero, ha senz’altro un unico artefice, Silvio Berlusconi. È stato al centro di qualsiasi salotto televisivo, di qualsiasi editoriale di testata. Un uomo che da solo, ha condizionato l’anima politica italiana tra conflitti di interesse, scandali, processi, prescrizioni ed archiviazioni.
La lista di istanze propugnate all’ombra della sua personalità è chilometrica, tra puro liberalismo e garantismo (a modo suo). Battaglie che gli sopravviveranno senz’altro, impugnate da un partito, Forza Italia, che sentirà il peso asfissiante dell’eredità berlusconiana, e che resta tutt’ora priva di un vero delfino.
Non è facile esternare un giudizio personale avulso da qualsiasi antipatia o simpatia personale. È però certo che Silvio Berlusconi abbia cambiato profondamente l’Italia, per alcuni migliorandola, per altri peggiorandola.
Consentitemi, mai più nessuno come lui.
