Endometriosi: perché è importante conoscerla e divulgare

di Ilaria Morlando

Sebbene sia una malattia molto diffusa tra le donne, sono ancora tante le persone che sanno ben poco o addirittura non hanno mai sentito parlare di endometriosi. Si tratta di una patologia caratterizzata dalla presenza e dalla proliferazione di tessuto endometriale, ossia il tessuto che normalmente riveste l’interno della cavità uterina, al di fuori dell’utero stesso. È una malattia causata dalla combinazione di fattori multipli, genetici e ambientali, sulla quale è soltanto da poco che si sta iniziando a fare chiarezza.

La malattia: sintomi ed effetti
L’endometriosi colpisce le donne prevalentemente in età riproduttiva e potrebbe presentarsi sin dalle prime mestruazioni. Proprio queste ultime sono uno dei principali sintomi da non sottovalutare quando presentano caratteristiche anomale, quali flusso particolarmente abbondante e dolori forti. In questi casi è bene rivolgersi subito ai medici, per scongiurare il pericolo che, in caso di diagnosi positiva, la patologia possa peggiorare ed estendersi. Altri sintomi sono: dolore pelvico cronico, dolore durante i rapporti sessuali, durante la minzione, ma c’è anche chi lamenta ipertermia ed episodi depressivi.

Difatti, si ritiene che ci sia una connessione tra endometriosi, depressione ed ansia, a causa delle innumerevoli limitazioni che la patologia comporta e del percorso, molto spesso lungo e travagliato, che la donna si trova ad affrontare per comprendere quale sia la causa del suo malessere e trovare il trattamento più adatto. Innanzitutto, il dolore cronico è uno dei fattori che più influiscono sulla salute mentale di una donna affetta da endometriosi, ma anche il mancato riconoscimento della malattia ha un impatto fortemente negativo. Infatti, quando si iniziano ad avvertire i sintomi, questi potrebbero essere svalutati da chi circonda la donna in questione, la quale si sentirà dunque incompresa e magari accusata di non riuscire a sopportare un semplice dolore mestruale.

A ciò va aggiunta la lunga trafila di esami clinici a cui la donna si dovrà sottoporre e che certamente creano uno stato di angoscia circa i possibili esiti, ma non solo, i soggetti affetti da endometriosi si trovano a dover affrontare una serie di problemi ad essa correlati, tra cui l’infertilità o sub-fertilità, che possono essere causa di profonda sofferenza. Inoltre il dolore cronico spesso ha effetti invalidanti che giungono ad ostacolare lo svolgimento anche delle più banali attività quotidiane e creano grandi difficoltà in ambito lavorativo. Tutto ciò dunque incrementa un grande stato di sconforto.

I trattamenti
La terapia medica consiste nell’assunzione di alcuni farmaci che bloccano la stimolazione ormonale e la crescita degli impianti endometriosici, tali farmaci inducono una menopausa temporanea e la durata della terapia varia a seconda dei casi. In circostanze più gravi si predilige una terapia chirurgica finalizzata all’asportazione del tessuto endometriale che può risultare particolarmente complicata nei casi in cui i tessuti endometriosici penetrano in altri organi o tessuti adiacenti, come ad esempio intestino o vescica, dilagando nella cavità addominale.

Gli aiuti del Governo
Negli stadi più avanzati della patologia, ossia moderato o III grado e avanzato o IV grado, è riconosciuta alle pazienti la possibilità di usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo. Ai fini della garanzia della massima conoscenza possibile della malattia è stata particolarmente utile anche l’istituzione, dal 2014, della Giornata Internazionale dell’endometriosi che ricorre il 28 marzo, nonché il finanziamento ripartito nel triennio 2021-2023 di 3 milioni di euro per progetti di ricerca sui meccanismi di patogenesi della malattia e sull’incidenza di questa nel territorio nazionale.

L’impatto dei social
Non si può non considerare anche il ruolo che i social hanno svolto e continuano ancora a svolgere per far sì che la società acquisisca consapevolezza della patologia. Non si tratta solo del lavoro eseguito da account di istituzioni o fondazioni ufficiali, come la Fondazione Italiana Endometriosi, ma anche dell’impegno concreto delle persone comuni, affette da questa malattia e desiderose di dare il loro contributo ad altre donne che si trovano nella medesima situazione. Si tratta dunque di una catena di solidarietà femminile, di grande aiuto per non avere la sensazione di essere sole nella convivenza con questo malessere cronico

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