Riaperti i confini con il Messico, è terremoto politico negli States

di Gabriel Abbruzzese

Orde di migranti si stanno ammassando sempre di più al confine tra Stati Uniti e Messico causando molti disordini nelle zone circostanti. Questa delicata situazione ha gettato molte ombre sull’amministrazione Biden, con le opposizioni pronte a guadagnare terreno.

Scoppia il caos migranti al confine tra USA e Messico perché alla mezzanotte dell’11 maggio è decaduto il titolo 42, la misura introdotta nel marzo 2020 dal presidente Donald Trump che bloccava il confine meridionale per i migranti, e che consentiva di espellere immediatamente i richiedenti asilo per l’emergenza Covid. Questa situazione ha gettato l’America in una vera e propria tempesta in quanto moltissimi migranti si sono affollati al confine col Messico e premono per l’ingresso negli States. Le stime prevedono un’ondata di oltre 150 mila persone, circa 10mila al giorno.

La ragione di quest’improvviso ammassamento di migranti va ricondotta ad un cambiamento di legge, in particolar modo il titolo 42. Questa norma risale al 1944 e consente di blindare i confini per ragioni sanitarie, e fu ripristinata nel 2020 durante la presidenza Trump a causa dell’emergenza da Covid. Questa misura è definitivamente decaduta martedì scorso, dopo che l’OMS ha dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria. È stato così ripristinato il titolo 8, che consente ai richiedenti asilo di attendere in USA l’esito della loro richiesta.

In queste settimane l’amministrazione Biden, per gestire la situazione lungo le frontiere, ha inviato dei soldati con compiti di supporto logistico e per donare cibo ed acqua ai migranti, ormai da giorni in condizioni precarie. Inoltre, il governo di Washington sta cercando di bilanciare un sistema umano in grado di offrire rifugio a chi ne ha bisogno con uno che impedirà un aumento incontrollabile degli arrivi. Anche se questi eventi hanno scatenato attacchi da parte di Donald Trump che ha accusato con parole dure: ‘’Sarà un giorno d’infamia, il nostro Paese sarà distrutto.’’ Per questo i repubblicani alla Camera spingono anche per la costruzione del muro trumpiano (anche se ha scarse chance di passare al Senato).

L’emergenza ha causato disordine anche in casa dei democratici, soprattutto dopo che le città santuario degli immigrati hanno raggiunto il limite massimo di ospitalità. Ma il segretario alla sicurezza nazionale Alejandro Mayorkas ha cercato di placare le acque con queste parole: ‘’I nostri confini non sono aperti’’. Ha poi messo in guardia che chi attraverserà il confine illegalmente, dovrà affrontare conseguenze molto dure come l’espulsione dal Paese.

A soffrirne particolarmente è la città di New York che con oltre 78mila persone negli shelter (rifugi per migranti) ha raggiunto il limite massimo di ospitalità. Per questa ragione il sindaco Eric Adams ha sospeso temporaneamente la norma che garantisce ‘’il diritto ad un tetto’’ e, le famiglie, non avranno diritto a stanze private con bagno e cucina per evitare assembramenti. Queste misure, seppur dure, sono state definite necessarie dallo stesso Adams che si è espresso così: ‘’La città paga miliardi di dollari e sarà distrutta da questa crisi’’, criticando Biden per la sua gestione della situazione. Le condizioni non accennano a migliorare neanche dopo il tentativo di Adams di spedire centinaia di migranti irregolari nelle contee circostanti, le quali si rifiutano di accoglierli.

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