Il lockdown è stato senz'altro una necessaria arma volta al contrasto della crisi pandemica, è però scontato che esso abbia comportato fort

Il lockdown ci ha salvati o indeboliti?

di Carlotta Cappelli

Si sente molto spesso parlare di “sindrome post-Covid”, cioè degli effetti a lungo termine che la malattia può aver lasciato nel nostro sistema immunitario. Si discute meno della “sindrome post-lockdown”, vale a dire le conseguenze che ha comportato il lungo periodo di isolamento a cui siamo stati sottoposti.
Nessuno può dimenticare i mesi della chiusura domiciliare, adottata come principale risoluzione del problema sanitario durante la pandemia.

Per la prima volta nella storia umana miliardi di persone in quasi tutto il mondo, e soprattutto in Italia, sono state obbligate all’isolamento per mesi, strumento adottato precedentemente solo come forma di sanzione per i detenuti. Tale pratica, utilizzata in carcere per impartire una disciplina particolarmente rigida, divide la comunità scientifica da anni, poiché alcuni studi confutano la sua efficacia dati gli effetti negativi che potrebbe comportare.

Com’era prevedibile, analoghe ipotesi sono state avanzate nel caso del confinamento: negli ultimi anni sono stati numerosi gli studi che suggeriscono l’effetto negativo dell’impatto dell’allontanamento sociale sulle persone. La sfera più colpita è stata la psiche: una delle tante ricerche scientifiche che hanno analizzato il malessere mentale dei cittadini durante il confinamento, guidata dall’Università di Parma, ha evidenziato come siano stati raggiunti “livelli estremamente gravi di stress, ansia e depressione” nel periodo tra marzo e maggio del 2020, causa anche la ridotta qualità del sonno dovuta alla consistente e innaturale modifica nelle abitudini.

Lo stesso Governo italiano non ha potuto ignorare tale problematica ed è stato costretto ad istituire il “bonus psicologo”, un contributo economico del Ministero della salute per sostenere le spese per il sostegno psicologico durante l’emergenza COVID (che i soldi stanziati siano bastati a coprire solo il 10% delle domande presentate nel 2022 è un’altra questione).

La salute mentale, però, non è stata l’unica a subire gli effetti collaterali della quarantena, come ci si limita a pensare spesso perfino ridicolizzando la questione (complici i pregiudizi riguardo la psicoterapia). Infatti, vi sono state anche delle ripercussioni all’interno della società: nel dicembre del 2022 è stato pubblicato uno studio sulla rivista scientifica Nature che dimostra come i conflitti sociali e gli atteggiamenti discriminatori siano aumentati durante il periodo pandemico, in particolar modo nei riguardi dei non vaccinati, ma non solo.

Ora, oltre le tesi derivanti dai diversi punti di vista, che ai fini della valutazione sociologica sono irrilevanti, non vi è dubbio che l’ostilità tra concittadini è qualcosa di non solo negativo obiettivamente, ma antidemocratico nel momento in cui si va a ledere la dignità umana attraverso comportamenti discriminatori. Il controsenso maggiore, portato alla luce da questo studio, è che proprio in quei paesi in cui vi sono “norme cooperative più stringenti” sono avvenuti gli scontri maggiori.

Le cause sono da ricercarsi ovviamente nell’atteggiamento dei politici, che spesso e volentieri fomentavano questo divario sociale, ma anche nella paura e la rabbia che ha inculcato nelle persone il lungo periodo di isolamento. In effetti i cosiddetti “pro-vax” esortavano alla rimozione dei diritti politici dei “no-vax”, arrivando perfino a chiederne l’esclusione da comunità fondamentali per la vita umana, come la stessa famiglia. Il timore principale, promosso anche da personalità al potere, era quello di dover rivivere la situazione traumatica di solitudine.

Da tali prove scientifiche, ma anche dalla nostra stessa esperienza, si evince che il lockdown potrà essere stato un modo per evitare conseguenze ancora più gravi di una malattia sconosciuta, ma sicuramente non quello più sicuro e tantomeno ripetibile. Ricordiamo soprattutto che queste, anche se già pesanti di per sé, non sono state le uniche ripercussioni della strategia, basti pensare a quelle economiche – dalle chiusure forzate delle attività al blocco delle attività produttive – che portano con sé una marea di altre problematiche.

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