Il ruolo della guerra in Ucraina nella futura invasione di Taiwan
di Francesca Daniele
La guerra in Ucraina ha messo in allerta tutto il mondo, eppure nessun Paese può sentirsi identificato con ciò che sta accadendo quanto Taiwan: il popolo taiwanese sa che il pericolo di vivere lo stesso incubo è dietro l’angolo.
La sicurezza di poter resistere – ispirata dalla resilienza del popolo ucraino – e lo studio delle tattiche dell’Ucraina, non bastano ad abbattere la minaccia cinese. È infatti difficile stare al passo con una potenza come la Cina, i cui politici e analisti ogni giorno studiano le sanzioni applicate alla Russia per sviluppare dei piani preventivi di difesa.
La prima consapevolezza raggiunta dopo queste analisi riguarda il fatto che l’arsenale nucleare posseduto dalla Russia ha impedito un intervento diretto degli Stati Uniti; dunque, un investimento sulle armi nucleari è subito stato messo in atto dal governo cinese. Tuttavia, Xi Jinping sa che gli strumenti di hard power non possono raggiungere grandi risultati se non preceduti da una politica di soft power: la Cina ha già stabilito delle piattaforme di comunicazione che diffondono messaggi di propaganda cinese e ha ridotto i contatti di Taiwan con il mondo esterno, diffondendo molta disinformazione.
Non si tratta di mosse azzardate, dopotutto il governo del “regno di mezzo” sa che in caso di guerra il supporto globale per Taiwan sarebbe meno forte di quello ricevuto dall’Ucraina, dato l’esiguo numero di Paesi che mantengono relazioni diplomatiche con l’isola. Inoltre, la Cina può contare sull’appoggio della Russia: il 4 febbraio le due potenze hanno riaffermato il loro supporto mutuo nella difesa dei propri interessi e la Russia ha affermato che “Taiwan è un’alienabile parte della Cina”. Appoggiando Putin durante la guerra in Ucraina, il presidente Xi si è assicurato così un suo aiuto nell’eventualità della guerra.
Che ruolo possono avere gli Stati Uniti nella difesa di Taiwan e soprattutto del proprio ruolo egemonico a livello globale? Data l’inefficacia delle sanzioni contro la politica aggressiva di Putin, una soluzione alternativa potrebbe essere studiata dall’intelligence americana e attraverso una stretta collaborazione con Taiwan. Quest’ultima invece farebbe bene ad anticipare lo stoccaggio di riserve di munizioni e beni di prima necessità, prevenendo così una crisi nel caso di un eventuale conflitto che porti alla chiusura dell’isola.
